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Internet
E adesso la pubblicità
di Gabriele Favrin
Banner, messaggi pubblicitari, spam. Se è vero che la pubblicità
è l'anima della new economy è altrettanto vero che sempre più spesso
la promozione via rete rompe l'anima al navigatore. Visto che nella
grande autostrada telematica l'utente non è uno spettatore passivo,
pubblichiamo un piccolo "manuale di sopravvivenza" per saperne di più
e iniziare a difendersi.
"Clemente l'utente si collega alla rete, scarica la posta e trova
tre messaggi pubblicitari, dal Viagra ai fondi di investimento, fino
alle soluzioni anticalvizia proposte da una farmacia americana".
A quanti è capitato lo stesso almeno una volta? Sicuramente a molti.
Questo è lo spam ed è la versione telematica di quel fenomeno che porta
tonnellate di carta nella cassetta della posta condominiale. La differenza
è che i costi in rete sono nettamente inferiori e quindi le aziende
si lanciano in campagne pubblicitarie di massa, senza studi sul target
ideale, semplicemente acquisendo migliaia di indirizzi e-mail e spedendo
il proprio messaggio a tutti, indistintamente.
Prima di proseguire è utile riflettere sulle conseguenze dello spam.
In fondo, ad un primo sguardo, qualche messaggio al giorno, per quanto
seccante, non rappresenta un grosso fastidio: basta cancellarlo. Ma
quanti utenti ci sono in Internet? Quanti altri riceveranno lo stesso
messaggio? Che traffico e conseguente sovvracarico alle linee internazionali
genera l'invio continuato di spam a centinaia di migliaia di indirizzi?
E anche nel contesto privato, davvero due o tre messaggi al giorno,
quando va bene, non rappresentano un costo? E' vero che si scaricano
in pochi secondi anche con i modem più lenti, ma secondo dopo secondo
e byte dopo byte queste proposte pubblicitarie non richieste e dai contenuti
talvolta inadatti al vasto pubblico, vanno ad incrementare i costi dei
collegamenti telefonici. Insomma, l'utente finisce addirittura per pagare
qualcosa che non ha richiesto e anzi che di solito gli dà anche fastidio.
E questo senza contare i danni che lo spam porta alle strutture di rete,
dalle dorsali fino ai server dei singoli provider.
Ma come difendersi dallo spam? Esistono diverse soluzioni, ma nessun
rimedio definitivo. La strada più battuta consiste nell'utilizzo di
appositi filtri anti spam da abbinare al proprio programma di gestione
e-mail. Tali filtri (per conoscere quelli disponibili su Amiga si veda
il riquadro), cercano di identificare i messaggi contenenti spam in
base ad elementi ricorrenti come soggetto o mittente. Poiché i protocolli
usati per comunicare con i server di posta elettronica (il classico
POP3 e il più avanzato APOP) consentono di analizzare queste e altre
informazioni senza prelevare il contenuto del messaggio, il programma
può rimuovere i messaggi non desiderati direttamente dal server in maniera
molto efficiente e veloce. L'ovvio svantaggio dei filtri è dato dall'impossibilità
di conoscere tutti gli indirizzi da cui un messaggio di spam può provenire.
Naturalmente si potrebbero realizzare filtri più articolati o rifiutare
tutte le e-mail provenienti da determinati provider, rischiando, però,
di perdere anche i messaggi amici che si servono di un provider dal
quale si è ricevuto dello spam.
Se eliminare totalmente lo spam dalla propria e-mail non è possibile,
lo si può ridurre, sia tramite i filtri citati, sia adottando una serie
di cautele nell'utilizzo quotidiano della rete. Vediamo quali.
Prevenzione
Innanzi tutto è bene limitare la diffusione del proprio indirizzo
e-mail: fornirlo agli amici ed ai contatti abituali è più che sufficiente.
Attenzione anche ai messaggi destinati a più persone, per esempio le
catene di Sant'Antonio (ne esistono anche in rete, fin troppe) o ai
presunti appelli umanitari ("ogni copia di questa e-mail comporterà
una donazione a tal dei tali...", tutto falso). Aderendovi e rispedendo
il messagio in copia ai propri amici non si fa altro che ingrossare
una lista di indirizzi privati resi indebitamente pubblici e che, di
copia in copia, chissà in quali mani finiranno.
Per quanto riguarda i newsgroup Usenet, l'esperienza insegna come sia
utile omettere o modificare il proprio indirizzo e-mail, visto che esistono
veri e propri server news, nonché appositi software, utilizzati dagli
spammer per raccogliere indirizzi. A questo scopo molti newsreader offrono
un'opzione apposita che aggiunge parole e può trasformare un indirizzo
come nome@email.it in nome@NOSPAM.email.it. Sempre chi frequenta i newsgroup
può aggiungere l'intestazione "X-No-Archive: yes" ai propri messaggi.
Con questo comando si istruiscono alcuni servizi di archiviazione news
a non memorizzare i messaggi nei loro database, altra fonte di approvigionamento
per gli spammer. Chi invece possiede una propria home page sappia che
il web è costantemente visitato, oltre che dai ragni dei motori di ricerca,
anche da famelici tool acchiappa indirizzi.
Un'altra cosa da tenere a mente è che non si dovrebbe mai rispondere
ad una e-mail di spam, neppure quando in coda al testo è presente l'invito
a farlo se non si desidera ricevere altri messaggi simili. Spesso si
tratta di un trucco utilizzato per verificare se l'indirizzo del destinatario
esiste ancora. Ovvio quindi che rispondendo si otterrà solo altro spam,
magari con caratteristiche in grado di ingannare i propri filtri.
Reagiamo!
Come è intuibile né i provider né chi gestisce le strutture di rete
gradiscono troppo lo spam (ad eccezione di quello generato in proprio,
per i propri utenti). In molti casi è possibile segnalare gli estremi
dei messaggi di spam alle autorità di rete dei vari paesi ed ottenere
qualche risultato. Contro lo spam operano anche apposite organizzazioni,
costituite da privati cittadini o gruppi di provider, che tentano di
dissuadere i server da cui partono i messaggi dal prestarsi ulteriormente
a tali abusi.
Va comunque detto che lo spam, al momento, non è inquadrato come reato
specifico dalle varie legislazioni internazionali (anche se le cose
sembrano destinate a cambiare) e le diverse forme di pressione si rifanno
a patti fra provider, interpretazioni di leggi locali ed alla netiquette.
Software anti spam per Amiga
Su Amiga, ove grazie ad ARexx l'integrazione di nuove funzionalità
nei programmi esistenti risulta quantomai semplice, il software
anti spam è rappresentato per lo più da script da abbinare ai vari
newsreader e mailer. Presentiamo qui un breve elenco, ricordando
che tutti i programmi citati sono inclusi nel CD-ROM allegato alla
rivista.
DeleteSpan |
Filtro per YAM. Contiene una nutrita lista di domini noti
per essere utilizzati dagli spammer, risalenti però al 1997. |
BounceSpam |
Un filtro per Thor che rispedisce al mittente i messaggi
riconosciuti come spam. Non è una delle idee più sagge. |
SayNO! |
Script utilizzabile con la maggior parte dei programmi di
posta. Rispedisce al mittente i messaggi aggiungendovi un
testo contro lo spam. Equivale a confermare al mittente che
il proprio indirizzo è valido e può ricevere altro spam... |
SpamBeGone |
Identifica i messaggi più importanti per l'utente utilizzando
l'intestazione "X-Priority" e tecniche di apprendimento. L'integrazione
con i programmi di gestione posta non è ottimale, né la configurazione
è fra le più semplici. Utilità dubbia ma può valere la pena
provarlo. |
spam-o-matic/SpYAM-O-Matic |
Rispedisce lo spam al mittente, al gestore del suo servizio
e-mail e a non meglio precisate autorità governative statunitensi. |
TASC |
Script per Thor che spedisce proteste contro lo spam. Rispetto
agli altri, TASC propone una guida in cui ne vengono illustrati
anche i limiti ed i casi in cui tale azione non è utile. Il
programma, scritto da un italiano, ha il pregio di poter inviare
le segnalazioni inerenti lo spam generato in Italia alla Naming
Authority nazionale, sebbene non secondo le più recenti procedure. |
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