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Dossier
Amiga in Rete!
di Alessandro Gerelli, Paolo Canali e Gabriele Favrin
Prima parte
Introduzione alle reti locali
di Paolo Canali
I vantaggi che si ottengono collegando tra loro più computer per
formare una rete locale giustificano ampiamente spesa e fatica, ma per
fare la scelta migliore è importante conoscere le tecnologie hardware
di base.
La rete locale, spesso abbrevviata con la sigla LAN, è un sistema di
collegamento tra computer che permette a ciascuno di condividere le
risorse degli altri. In linea di principio esiste un'infinità di modi
per collegare tra loro i computer, a seconda del grado di condivisione
che si vuole ottenere. Amiga in questo senso è un pioniere, poiché le
cosiddette "Bridgeboard" realizzate oltre 10 anni fa per eseguire i
programmi Windows e DOS si basavano a tutti gli effetti su un collegamento
tra due computer autonomi, con una strettissima condivisione delle periferiche.
Fino all'inizio degli anni '90 erano diffusi anche molti altri standard
di collegamento, ma con l'evoluzione della tecnologia e il maturare
delle esigenze il termine "rete locale" è ormai diventato un sinonimo
della tecnologia di connessione Ethernet. Le caratteristiche tecniche
fondamentali che ne hanno decretato il successo sono poche, ma di vitale
importanza:
- E' facile da collegare e modificare;
- E' veloce;
- Il cavo può arrivare a lunghezze di centinaia di metri;
- Lascia condividere con facilità dischi fissi o removibili, stampanti
e modem;
- E' compatibile con qualsiasi computer.
Ethernet tuttavia non permette la condivisione della potenza di calcolo
e della memoria RAM installata sui computer collegati tra loro; per ottenere
questo risultato si usano sistemi d'interconnessione completamente diversi,
dei quali non ci occupiamo in questa sede.
I cavi
Esistono molte varianti dello standard Ethernet, ciascuna contraddistinta
da proprie schede, cavi e regole di cablaggio. Il collegamento tra cavi
e connettori Ethernet di tipo diverso richiede l'impiego di appositi
adattatori.
Nel mondo delle reti locali si usa un gergo particolare, che a prima
vista crea sconcerto e fa sembrare tutto terribilmente complicato. In
realtà la realizzazione di una LAN è molto semplice, e può richiedere
impegno aggiuntivo e conoscenze specialistiche soltanto in casi particolari
e fortunatamente molto rari, come l'interconnessione tra edifici.
La variante dello standard Ethernet di gran lunga più comune si chiama
"100BaseT" o "Fast Ethernet", per distinguerla da standard precedenti
più lenti. Dal punto di vista pratico, per costruire una rete locale
Fast Ethernet bisogna portare ad ogni computer un cavo particolare,
chiamato Utp Cat. 5 (o più brevemente Utp). La sigla sta per Unshielded
Twisted Pair Cathegory 5, che è di gran lunga il tipo di cavo Ethernet
più economico e facilmente reperibile. Si può acquistare sia in matasse
da 300 metri, sia sotto forma di spezzoni con lunghezza compresa tra
0,5 e 20 metri già terminati ad entrambe le estremità con un apposito
connettore detto "Plug RJ45" (o semplicemente Plug), fatto per innestarsi
nel particolare connettore sulla scheda di rete del computer. Un cavo
Ethernet Utp terminato ad entrambe le estremità con i plug prende il
nome di "Patch Chord" (o semplicemente Patch). Ogni cavo Utp contiene
otto conduttori elettrici attorcigliati a coppie tra loro secondo un
passo (cioè numero di giri per metro) ben preciso e diverso per ogni
coppia. Per questo motivo ognuna delle quattro coppie che formano il
cavo ha un colore diverso, che secondo lo standard può essere arancione,
verde, marrone e blu. Il filo positivo di ogni coppia è colorato, mentre
quello negativo è bianco o striato con lo stesso colore del filo positivo.
Anche la sequenza con cui i conduttori sono attestati sui plug segue
uno standard ben preciso, chiamato EIA/TIA 568B. A prima vista è illogico
ma ormai, essendo entrato nell'uso, dev'essere seguito scrupolosamente.
Esistono due tipi di cavo Utp: quello flessibile e quello rigido. Sono
elettricamente identici, quindi la scelta dipende solo da banali considerazioni
pratiche. Il cavo flessibile ha i conduttori realizzati con trefoli
di rame, quindi entra meglio nei plug e non rischia di spezzarsi se
viene piegato ripetutamente; perciò è la scelta migliore per realizzare
i cavi patch. Il cavo rigido ha i conduttori di rame pieno, che entrano
meglio nelle prese a muro e da pannello, e resiste meglio alla trazione.
Si usa quasi esclusivamente per la posa fissa all'interno delle canaline
murali. Nel compiere quest'operazione è importante ricordare la regola
numero 1 dei cavi di rete: non sono ammesse giunte. Il segnale Ethernet
è infatti a radiofrequenza, e le giunte possono compromettere la sua
integrità. Una rete locale con giunte sui cavi può provocare errori
di trasmissione intermittenti che si manifestano sotto forma di blocchi
e messaggi d'errore durante il trasferimento dei dati.
Secondo le norme la lunghezza massima di un tratto di cavo Utp posato
in modo fisso è di 95 metri; per distanze maggiori si usano altri tipi
di cavo, ad esempio quello in fibra ottica. Negli edifici è vietato
far passare il cavo della rete locale assieme ai cavi dell'impianto
elettrico, perché la corrente a 230V può influenzare i segnali della
rete locale causando problemi di funzionamento o persino di sicurezza.
Il cavo di rete può essere steso senza problemi accanto ai cavi dell'antenna
TV o dei telefoni.
Il cuore della rete
Se i computer da collegare in rete sono solo due, il lavoro è molto
facile: basta stendere un solo cavo che collega tra di loro le schede
di rete. Le cose si complicano quando si devono interconnettere più
di due computer, perché un solo tratto di cavo non basta più. In ogni
rete locale con più di due computer bisogna impiegare un apposito "centralino
di smistamento", che prende il nome di Hub oppure di Switch. I cavi
della rete locale collegano quindi ciascun computer con l'hub, che rappresenta
il cuore del sistema; questa soluzione tecnica prende il nome di cablaggio
a stella.
L'hub è una scatoletta dotata di prese RJ45 per i plug dei cavi che
vanno ai computer, chiamate "porte". Una delle prese può essere diversa
dalle altre perché marchiata con il nome "uplink" o col simbolo di una
X: significa che si può usare solo per connettersi ad un altro hub o
switch, e non va usata per collegarsi ad un computer. In alcuni modelli
esiste un piccolo interruttore che trasforma una porta normale in porta
uplink.
La differenza fondamentale tra hub e switch è che il primo non cerca
d'interpretare il flusso di dati che scorre nella rete locale: è solo
un amplificatore che inoltra i dati ricevuti da ciascuna porta a tutte
le altre. Lo switch è invece un vero e proprio calcolatore in miniatura,
con microprocessore interno che regola e analizza il flusso dei dati.
Ciò migliora la velocità di scambio dei dati, ma aumenta enormemente
il costo. Gli hub si distinguono a loro volta in attivi e passivi: nel
primo caso il segnale ricevuto viene tramutato in forma digitale, ripulito
dagli eventuali errori e ritrasmesso; nel secondo caso viene fatta una
semplice amplificazione analogica. Gli hub passivi costano anche meno
di 100.000 lire, ma si possono usare solo quando i cavi non superano
la ventina di metri di lunghezza.
Un cavo che collega direttamente due computer senza usare hub o switch
va costruito in modo speciale. Si chiama infatti "cavo incrociato",
perché i collegamenti elettrici del plug ad un'estremità devono essere
speculari rispetto a quelli del plug all'estremità opposta. Poiché i
cavi incrociati preassemblati sono difficili da reperire ed anche piuttosto
costosi, può essere economicamente conveniente usare un hub e due cavi
standard.
Compatibilità
E' importante sapere che i cavi e le prese Fast Ethernet lavorano
alla velocità di 100 megabit e sono contraddistinte dalla sigla Cat.5,
mentre cavi e prese non marchiati (o marchiati Cat.3) seguono lo standard
Ethernet originario che lavora alla velocità di 10 megabit, però hanno
all'incirca lo stesso costo. Anche le schede di rete per PC compatibili
sono ormai sempre bistandard (Ethernet e Fast Ethernet), mentre la differenza
di prezzo tra Ethernet e Fast Ethernet è notevolissima nel caso di hub
e switch. Di conseguenza conviene sfruttare la compatibilità fra i due
standard e usare sempre cavi e prese marchiate Cat.5, mentre per l'hub
può decidere di risparmiare e scegliere un economico modello a 10 megabit,
che resta compatibile con qualsiasi scheda di rete bistandard contraddistinta
dalla sigla 10/100. Chi vuol collegare in rete il proprio Amiga usando
hub o switch Fast Ethernet deve però prestare attenzione nella scelta.
I normali hub 10/100, appena sono collegati ad un PC compatibile equipaggiato
con scheda di rete bistandard, attivano automaticamente il funzionamento
Fast Ethernet. Però tutte le schede Ethernet per bus Zorro 2 e la maggior
parte di quelle per lo slot PCMCIA di A1200 riconoscono solo lo standard
Ethernet, quindi non riescono a comunicare con l'hub: la rete non funziona.
Si rimedia a questo problema solo acquistando un hub o switch che oltre
ad essere bistandard 10/100 contiene un ponte ("bridge") tra la sezione
Ethernet e quella Fast Ethernet, in modo che possano comunicare tra
loro. A seconda dei modelli questo "convertitore di standard" può essere
attivo su una sola o su più porte, quindi è importante leggere il manuale
d'istruzioni.
Vecchi standard
Nelle fiere Amiga e sul mercato dell'usato è facile trovare schede
di rete che seguono standard di collegamento superati, ma che possono
essere ancora utili.
Se la scheda ha un connettore coassiale con innesto a baionetta di tipo
BNC (cioè vagamente somigliante ad una presa per antenna TV) potrebbe
essere di tipo Arcnet (che è un sistema usato in pratica solo su Amiga)
oppure Ethernet di vecchio tipo. La precedente versione dello standard
Ethernet usava infatti un cavo coassiale marchiato RG58 per collegare
in cascata i computer, senza impiego di hub o switch. Per collegarsi
ai computer moderni esistono due possibilità: cercare nell'usato altre
schede Ethernet obsolete che montano il connettore BNC (per installarle
in ogni computer della rete), oppure convertire il connettore BNC della
scheda Ethernet Amiga in una moderna presa RJ45 servendosi dell'apposito
adattatore. La soluzione tecnicamente migliore è il convertitore, che
tuttavia risulta abbastanza costoso e reperibile solo presso distributori
nazionali specializzati come BlackBox e Misco. Si può tuttavia risparmiare
almeno un centinaio di migliaia di lire acquistando un hub con convertitore
interno, dove una delle porte ha il connettore coassiale e quindi si
collega direttamente alla scheda di rete Amiga.
Chi ha budget limitati deve scegliere la strada delle schede usate,
prestando però attenzione ad alcuni ostacoli:
- Se il computer da mettere in rete con Amiga è un PC, le uniche schede
di rete con connettore BNC pienamente supportate da Linux e dalle
ultime versioni di Windows sono quelle compatibili a livello di registri
con il modello NE2000 oppure con i prodotti 3Com. La grande maggioranza
delle schede di rete a 16 bit sono conformi a NE2000, ma non tutte.
Il dischetto dei driver non serve, perché Windows e Linux riconoscono
e usano la scheda automaticamente.
- Il PC deve avere uno slot a 16 bit in cui inserire la scheda di
rete vecchia. Quasi nessuno dei PC compatibili costruiti quest'anno
ha slot a 16 bit.
- Con la scheda di rete si deve ricevere lo sdoppiatore (chiamato
"adattatore a T") che ricava dall'unico connettore le due prese BNC
necessarie al collegamento del cavo di entrata e di quello di uscita
della rete locale. I due connettori sono teoricamente identici dal
punto di vista elettrico. Sul primo e sull'ultimo computer è necessario
innestare sul connettore di uscita dell'adattatore a T un apposito
terminatore marchiato "50 ohm". Sdoppiatori e terminatori devono essere
installati anche quando si usa un hub con convertitore interno.
Le reti locali con cavo coassiale RJ58 sono state completamente e velocemente
abbandonate a causa della loro inaffidabilità, poiché i connettori sono
molto fragili e difficili da collegare, mentre il cavo si può schiacciare
alterando le proprietà elettriche.
Costruiamo la rete locale passo per passo
- Procurarsi le schede di rete per ciascun computer da collegare.
Se la scheda Amiga ha il connettore BNC e/o quello a 15 poli (chiamato
AUI), consigliamo caldamente l'uso di un adattatore esterno per ricavare
la presa RJ45 moderna. A volte questi adattatori vengono chiamati
"transceiver"; è possibile risparmiare acquistando un hub con adattatore
interno. Sono in vendita presso i distributori specializzati come
Misco e BlackBox.
- Acquistare un cavo patch preassemblato e della giusta lunghezza
per ciascuno dei computer da collegare. Chi ha poca esperienza non
dovrebbe tentare di costruire da solo i cavi, per due motivi: le prime
volte è molto facile sbagliare l'ordine di collegamento dei conduttori,
e la pinza crimpatrice per innestare i plug all'estremità del cavo
non è così facile da usare come sembra (se non si sta attenti i contatti
sono incerti e la rete locale funziona a intermittenza).
- Scegliere l'hub di rete, possibilmente di tipo Ethernet convenzionale
a 10 megabit. Amiga non si avvantaggia delle possibilità dei modelli
10/100 Fast Ethernet, ma chi preferisce scegliere questo standard
deve prestare attenzione alla presenza del bridge interno, come spiegato
nell'articolo.
- Collegare ogni scheda di rete all'hub usando un cavo patch.
- Accendere i computer e installare prima i driver delle schede di
rete, poi il protocollo TCP/IP per attivare lo scambio dei dati. Nei
PC con Windows una procedura automatica installa driver e protocollo
insieme.
Paolo Canali
Genesis
di Alessandro Gerelli
Lo stack TCP/IP che ci apprestiamo a recensire (ovvero il "super"
programma che una volta eseguito permette ad altri programmi di comunicare
con server su Internet o all'interno della nostra rete locale, LAN)
è diventato parte integrante del sistema operativo a partire dalla recentissima
release 3.9 di AmigaOS.
Nonostante AmigaOS 3.9 sia un prodotto giovane, Genesis ha alle spalle
quasi un decennio di storia; infatti il nome originale di tale prodotto
è AmiTCP.
Nato agli inizi degli anni 90 per permettere anche ad Amiga di collegarsi
ad una rete locale o a Internet (cosa che all'epoca solo pochi temerari
"pionieri" avevano il "coraggio" di affrontare), discende dallo stack
utilizzato sui sistemi Unix BSD, sinonimo di affidabilità e sicurezza
nel tempo. Le varie versioni di AmiTCP che si susseguirono furono rilasciate
come freeware fino alla versione 3.x, quando poi fu acquistato dalla
Network Solution Development per migliorarlo e renderlo prodotto commerciale;
su Aminet è presente infatti una versione dimostrativa (la 4.0), perfettamente
funzionante, con qualche limite riguardo alla velocità (che si sente
maggiormente con l'utilizzo di schede di rete, quasi nullo invece se
si utilizza il modem) e la presenza dei soli protocolli slip e cslip.
Configurare queste versioni di AmiTCP era veramente un' impresa, soprattutto
per chi era, giustamente, a digiuno di reti e Unix; la configurazione,
infatti, era possibile solo editando una serie di script e di file di
testo, cosa che rendeva la vita facile a chi già utilizzava Unix (molti
file presenti tutt'ora nella directory db di AmiTCP/Genesis sono presenti
e con i medesimi significati di quanto si trova nella directory /etc
dei sistemi Unix) mentre era un'odissea per tutti gli altri.
A causa di queste difficoltà e al fatto che per collegarsi ai provider
Internet era necessario utilizzare un ppp.device shareware, si affermò
negli anni un altro prodotto che tutti noi conosciamo, Miami. Quando
lo sviluppo di AmiTCP passò nelle mani di Active Technologies, il prodotto
cambiò nome in Genesis e, mantenendo lo stesso kernel della versione
4.3 di AmiTCP, fu dotato di una comoda interfaccia grafica per la configurazione
e di un wizard per una connessione guidata ad Internet o alla LAN.
Installazione e uso
L'installazione del prodotto è come sempre molto semplice, grazie
all'installer di sistema; verrà creata una cartella Internet sul disco
di sistema (SYS:) al cui interno si troverà Genesis.
Come prima cosa, se non abbiamo già dimestichezza con l'uso di terminologia
informatica, è indispensabile eseguire il programma GenesisWizard che
ci guiderà nella configurazione del nostro modem (come mostrato nelle
immagini) o della scheda di rete; una volta concluso questo processo,
sarà necessario eseguire GenesisPrefs che importerà automaticamente
le impostazioni generate dal programma precedente. Da questo momento
in poi saremo in grado di collegarci ad Internet o abilitare la scheda
di rete con la sola esecuzione del terzo programma fornito, Genesis.
L'esecuzione di tale programma abiliterà i vari protocolli di rete,
metterà in esecuzione il kernel AmiTCP (in versione 68020 se si possiede
un tale processore o superiore), e renderà disponibile a tutto il sistema
il substrato software necessario per gestire connessioni in TCP/IP;
a video sarà mostrata una finestra in cui compariranno le varie interfacce
definite nelle preferenze, il loro stato (se online o offline) e il
tempo trascorso online.
Un concetto fondamentale per comprendere il significato di questa finestra
è conoscere il significato di interfaccia (che tra l'altro è il primo
menù delle preferenze di Genesis); ogni computer collegato ad una rete
TCP/IP (che sia Internet o una rete locale non ha importanza) deve avere
un indirizzo IP unico ed univoco per poter comunicare con gli altri
PC: l'indirizzo IP è nella forma aaa.bbb.ccc.ddd, con i quattro campi
che possono variare da 1 a 255 (con alcune limitazioni, a seconda di
come viene suddivisa una rete). In realtà non è Amiga ad avere un indirizzo
IP, quanto una sua interfaccia; questa può essere la porta seriale a
cui è collegato il modem, la scheda Ethernet, una seconda scheda seriale
o scheda di rete, e eventuali schede virtuali per mettere in rete Amiga
con il Mac emulato da ShapeShifter o Fusion; in questo modo risulta
facile capire sia il pannello di controllo di Genesis quanto le sue
preferenze alla voce "Interfaces": ad un solo Amiga possono essere associati
più indirizzi IP appartenenti a reti diverse, gestibili indipendentemente
gli uni dagli altri (per esempio, si può mettere online la connessione
con il provider e mettere offline la scheda di rete senza alcun problema:
grazie a questa caratteristica ed ad alcuni particolari settaggi che
vedremo nella prossima puntata del dossier, sarà possibile far gestire
ad AmiTCP tutte le nostre interfacce e indirizzare il traffico di rete
su quelle disponibili).
Vediamo ora in dettaglio cosa ci offre GenesisPrefs. Come detto poco
sopra, potremo definire le interfacce utilizzate (e tutti i loro parametri)
e i modem collegati (se è stato utilizzato il wizard, tutto sarà già
correttamente configurato).
Dalla voce "Users" potremo definire eventuali utenti che utilizzano
il sistema e in "Group" i vari gruppi ad essi associati; questi sono
utili nel caso volessimo installare servizi (programmi) sul nostro Amiga
e fare in modo che vengano eseguiti con privilegi diversi da quello
di default (tutto ciò è utile nel caso sia installato il MultiUser Filesystem
sul nostro sistema, altrimenti questi dati hanno poca importanza).
Le altre voci, come quelle appena viste, sono di provenienza Unix (a
parte le "Opzioni" che vedremo in seguito); alla voce "Hosts" potremo
inserire indirizzi IP di computer a noi noti in modo tale da velocizzare
la fase di ricerca del server richiesto (da un programma di posta, o
da un browser, per esempio), "Protocols" contiene la definizione dei
protocolli tcp,udp, ecc…, "Services" è un elenco di definizioni dei
servizi disponibili, "Access" permette di definire liste di accesso
al nostro sistema con possibilità di "loggare" ogni evento (intrusione),
"Networks" è una lista di reti a noi note, "Rpc" è una lista di definizioni
di servizi eseguibili da remoto. Tutte queste voci appena viste non
vanno (solitamente) modificate se non si è assolutamente sicuri di ciò
che si sta facendo; eventualmente si possono personalizzare "hosts","access"
e "inetd". Quest'ultimo è quello che viene chiamato il "super server",
in quanto quasi tutti gli eventuali servizi che possiamo installare
sulla nostra macchina passeranno tramite di esso; in questo elenco infatti
troveremo (o potremo inserire) voci a cui sono associati programmi da
eseguire se veniamo contattati su una determinata "porta" TCP (per esempio,
un accesso sulla porta 80 equivale a un accesso al demone httpd, ovvero
il servizio che invia le pagine web al client che ne faccia richiesta):
in questo caso saremo noi a fare da server a qualcuno (client) che ci
contatta dalla rete locale o da Internet (quando collegati…).
Alla voce "Options" invece troviamo tutto ciò che riguarda il programma
Genesis; da qui potremo configurare se aprire o meno la finestra di
controllo, la modalità di debug (verso un file di testo oppure una finestra
separata se indichiamo "CON:" come logfile), l'esecuzione dell'inetd,
la configurazione dell'interfaccia loopback (chiamata lo0, che ci permette
di testare in locale eventuali servizi, dato che viene attivata un'interfaccia
virtuale con indirizzo 127.0.0.1) e del TCP: handler (grazie a questo,
potremo gestire le comunicazioni su rete TCP negli script come se fossero
dei comuni device; l'utilizzo è TCP:host/porta).
Proseguendo, troviamo la possibilità di eseguire comandi all'avvio e
allo stop dello stack TCP, e un menù avanzato per debug dei dispositivi
SANAII (driver scheda di rete, per esempio) e l'impostazione della memoria
utilizzata dallo stack.
Conclusioni
Il programma è veramente semplice da configurare (sia tramite wizard
la prima volta, sia tramite i menù di GenesisPrefs) e, per accontentare
il collega Favrin, oserei dire che è semplice quasi quanto Miami, senza
il quale probabilmente in molti avrebbero abbandonato l'avventura di
collegarsi ad Internet con Amiga.
Con Genesis, AmiTCP mantiene le proprie caratteristiche di robustezza
e affidabilità, ma grazie all'interfaccia grafica è diventato un po'
più umano; non diciamo che anche un bambino sarebbe in grado di utilizzarlo,
ma quasi: come in ogni cosa, infatti, è evidente che dobbiamo sapere
con cosa abbiamo a che fare (se vogliamo cambiare i parametri di default
generati dal wizard) ma una volta entrati nell'ottica, cambiare una
configurazione di rete sarà come bere un bicchiere d'acqua.
Miami e Miami Deluxe
di Gabriele Favrin
Gli stack TCP/IP creati da Holger Kruse sono caratterizzati da
un'estrema semplicità d'uso, anche per quanto riguarda funzionalità
avanzate che su altri sistemi vengono proposte come costosi prodotti
esterni, e spesso richiedono conoscenze non indifferenti per essere
utilizzati al meglio.
Miami debutta alla fine del 1996 con lo scopo di risolvere i problemi
dei molti utenti Amiga, attratti da Internet ma disorientati dalla complessità
di AmiTCP, uno stack TCP/IP valido ma difficile da configurare e che
per essere utilizzato con i provider più diffusi doveva appoggiarsi
a componenti esterni, come il "ppp.device" dello stesso Kruse.
Teso a semplificare il collegamento a Internet, Miami non è particolarmente
indicato per l'utilizzo in ambiti differenti. Il programma, infatti,
supporta una sola connessione alla volta, che avvenga via modem o tramite
scheda di rete. In più le prestazioni nei trasferimenti Ethernet, normalmente
nell'ordine di centinaia di kilobyte al secondo, sono nettamente inferiori
rispetto a quanto ottenibile con AmiTCP. Le cose non migliorano se al
posto dei normali driver SANA-II, lo standard Commodore per lo gestione
delle schede di rete, si utilizzano i driver basati su MNI (Miami Network
Interface), un nuovo standard progettato da Kruse contestualmente a
Miami.
Tale standard doveva offrire maggiore compatibilità e velocità rispetto
a SANA-II. In realtà, come evidenziato anche dall'autore del "cnet.device"
(un device che consente ai possessori di A1200 l'uso delle economiche
schede di rete PCMCIA per portatili), vari limiti di implementazione
non permettono di ottenere i risultati sperati. I driver compatibili
MNI, comunque, hanno l'innegabile vantaggio di fornire informazioni
circa i chipset supportati e le relative funzionalità, caratteristica,
questa, indubbiamente utile in fase di configurazione.
Le cose cambiano con Miami Deluxe, una versione evoluta e migliorata
di Miami, distribuita nell'aprile del 2000 dopo un lungo periodo di
gestazione (le prime beta pubbliche, a pagamento, risalivano al settembre
1999). Il nuovo stack TCP/IP, espressamente destinato agli utenti più
avanzati, introduce il supporto per interfacce multiple, rendendo quindi
possibile utilizzare contemporaneamente schede di rete, modem e altri
device, come VirtualLink, un driver SANA-II virtuale che consente di
realizzare una rete locale all'interno del proprio computer fra Amiga
ed il Mac emulato da ShapeShifter o Fusion.
E' utile soffermarsi sulle interfacce in quanto rappresentano il cuore
di Miami Deluxe. Molte delle opzioni presenti in Miami nel Deluxe sono
associate alle interfacce create dall'utente e di altre, come il tipo
di hardware su cui si basa l'interfaccia o l'eventuale script di chiamata,
cioè il cosiddetto "dialer", è possibile creare più istanze utilizzabili
da una o più interfacce. In poche parole ciò significa che con Miami
Deluxe si possono realizzare interfacce totalmente indipendenti le une
dalle altre, anche per quanto riguarda appunto l'hardware, le modalità
di connessione, la login di accesso, ecc. Sarà così possibile anche
creare più interfacce di tipo modem, ognuna con le proprie caratteristiche,
da utilizzare con i diversi provider cui l'utente è abbonato. Un esempio
di quanto detto è presente nella foto in queste pagine, in cui sono
visibili interfacce per la rete locale, per un modem ADSL e per la connessione
a diversi provider, effettuabile con un semplice "clic" sul bottone
"online", senza bisogno di caricare o modificare ulteriormente le impostazioni
del programma.
Parlando di prestazioni bisogna dire che Miami Deluxe eredita sia i
pregi che i difetti del fratello minore. Se la configurazione è ancora
questione di pochi clic, anche per le funzionalità più avanzate, restano
invece invariati i problemi di velocità.
Inoltre come Miami, che almeno aveva il pretesto di essere destinato
ad utenti inesperti, anche Miami Deluxe può essere gestito quasi esclusivamente
tramite interfaccia grafica ed i file di configurazione sono in formato
"IFF", quindi non leggibili o modificabili dall'esterno. Questo, oltre
ad impedire la configurazione remota del sistema (ad esempio tramite
Telnet da un altro terminale nella LAN), complica lo scambio di impostazioni
fra utenti, un'attività utile ai principianti così come ai più esperti.
Naturalmente è possibile inviare a qualcuno l'intero proprio file di
configurazione, avendo cura di rimuovere eventuali password e tenendo
presente che il destinatario dovrà disattivare la rete locale e scollegarsi
da Internet prima di poter visualizzare le nostre impostazioni.
A fronte di questi problemi, Miami Deluxe dispone di caratteristiche
che, come avviene anche per Miami, lo rendono un prodotto decisamente
interessante, se non irrinunciabile, per il pubblico cui è rivolto.
Se Miami, fra le altre, offre una libreria per effettuare connessioni
crittate (a oggi utilizzata da tutti i browser Amiga per i collegamenti
sicuri "HTTPS"), Miami Deluxe vanta funzionalità quali un firewall interno
e la condivisione della connessione Internet fra più sistemi tramite
server Socks e IP-Masquerading (IP-NAT).
Un server Socks è una sorta di proxy utilizzabile dalle applicazioni
presenti sui diversi sistemi di una rete. Per fare un esempio, un browser
su PC può accedere al web collegandosi al server Socks su Amiga ed inviando
ad esso le richieste da "far uscire" sulla Rete. Tale soluzione, pur
se efficiente, è limitata ai soli client compatibili con i Socks. Inoltre
l'uso dei Socks non permette di fruire di tutti i servizi. Sono esclusi,
ad esempio, molti protocolli di streaming audio/video, funzioni come
il "DCC CHAT" su IRC ed anche tool come ping o traceroute.
In alternativa Miami Deluxe offre un'implementazione del cosiddetto
IP-NAT (IP Network Address Translation). Tale funzionalità fa sì che
lo stack TCP/IP veicoli in maniera trasparente le richieste ricevute
dalle interfacce locali verso l'interfaccia che in quel momento gestisce
la connessione ad Internet e viceversa.
Un esempio può chiarire meglio il concetto. Windows Media Player su
un sistema in LAN tenta di collegarsi ad un sito che offre uno stream
audio/video. La richiesta arriva a Miami Deluxe con l'indirizzo IP assegnato
all'interfaccia relativa alla scheda di rete, ad esempio 192.168.1.2.
Miami Deluxe sostituisce tale indirizzo con quello dell'interfaccia
che in quel momento gestisce la connessione ad Internet (normalmente
l'IP dinamico assegnato dal provider), "marca" il pacchetto e lo inoltra
sulla Rete. Quando il server remoto risponde, rivolgendosi all'IP Internet
dell'utente, Miami Deluxe riconosce dalla marcatura che il pacchetto
è destinato al sistema collegato tramite rete locale, modifica l'IP
di destinazione (in questo caso rimettendo 192.168.1.2) ed instrada
i dati verso l'apposita interfaccia. Operando in questo modo il software
sui sistemi connessi in LAN è convinto di dialogare direttamente con
il mondo esterno quando, invece, il traffico viene veicolato da Amiga.
Come evidente, le potenzialità di Miami Deluxe vanno ben oltre quanto
offerto dal semplice Miami e dallo stesso AmiTCP/Genesis, permettendo
un utilizzo anche impegnativo del proprio Amiga nell'ambito di una rete
locale, magari connessa ad Internet. Anche per questo quasi non stupisce
la presenza di un firewall, ossia un sistema di protezione da attacchi
esterni efficace in particolare contro i cosiddetti "nuke", tentativi
di sfruttare falle degli stack TCP/IP per causarne il blocco.
Conclusioni
Non contento di aver reso disponibili funzioni totalmente inedite
per Amiga, e quelle presentate sono solo alcune, Holger Kruse ha incluso
nella dotazione di Miami Deluxe una suite di tool utili agli amministratori
di una LAN e ai navigatori più esperti. Troviamo così, oltre ai normali
traceroute e ping, un potente client FTP testuale, programmi per la
gestione avanzata di firewall ed IP-NAT e un'accoppiata client/server
Telnet compatibili anche con le modalità "secure shell" e "rlogin".
Questo è tutto per quanto riguarda Miami e Miami Deluxe, due programmi
diversi per finalità ma simili sia nei pregi che nei difetti. In particolare,
in una rete ove Amiga debba fare da server, la scelta di Miami Deluxe
è più che consigliata, anche nell'ottica dell'eventuale utilizzo di
sistemi di connessione a banda larga (xDSL e cable modem), a oggi supportati
esclusivamente dallo stack di punta di Holger Kruse.
Scheda prodotto
Miami e Miami Deluxe
Produttore: Nordic Global
Sito web: http://www.nordicglobal.com
Distribuzione: Shareware
Prezzo: 35$ per Miami, 60$ per Miami e Miami Deluxe
Nel prossimo numero
Non perdere il prossimo numero di Amiga Life, con la seconda e ultima
parte del dossier:
- Configuriamo Genesis e Miami per una rete locale con schede Ethernet!
- Le schede di rete per Amiga in prova!
- Creiamo una LAN tra Amiga e Windows!
- Usiamo il PC (e l'Amiga) come gateway Internet!
- La condivisione di file e stampanti tra Amiga e PC!
- Le migliori utilità di rete per Amiga!
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