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Enigma Amiga Life

AmigaLife 121 ?

Dossier
Amiga in Rete!
di Alessandro Gerelli, Paolo Canali e Gabriele Favrin

Prima parte

Introduzione alle reti locali
di Paolo Canali

I vantaggi che si ottengono collegando tra loro più computer per formare una rete locale giustificano ampiamente spesa e fatica, ma per fare la scelta migliore è importante conoscere le tecnologie hardware di base.

La rete locale, spesso abbrevviata con la sigla LAN, è un sistema di collegamento tra computer che permette a ciascuno di condividere le risorse degli altri. In linea di principio esiste un'infinità di modi per collegare tra loro i computer, a seconda del grado di condivisione che si vuole ottenere. Amiga in questo senso è un pioniere, poiché le cosiddette "Bridgeboard" realizzate oltre 10 anni fa per eseguire i programmi Windows e DOS si basavano a tutti gli effetti su un collegamento tra due computer autonomi, con una strettissima condivisione delle periferiche. Fino all'inizio degli anni '90 erano diffusi anche molti altri standard di collegamento, ma con l'evoluzione della tecnologia e il maturare delle esigenze il termine "rete locale" è ormai diventato un sinonimo della tecnologia di connessione Ethernet. Le caratteristiche tecniche fondamentali che ne hanno decretato il successo sono poche, ma di vitale importanza:

  1. E' facile da collegare e modificare;
  2. E' veloce;
  3. Il cavo può arrivare a lunghezze di centinaia di metri;
  4. Lascia condividere con facilità dischi fissi o removibili, stampanti e modem;
  5. E' compatibile con qualsiasi computer.
Ethernet tuttavia non permette la condivisione della potenza di calcolo e della memoria RAM installata sui computer collegati tra loro; per ottenere questo risultato si usano sistemi d'interconnessione completamente diversi, dei quali non ci occupiamo in questa sede.

I cavi

Esistono molte varianti dello standard Ethernet, ciascuna contraddistinta da proprie schede, cavi e regole di cablaggio. Il collegamento tra cavi e connettori Ethernet di tipo diverso richiede l'impiego di appositi adattatori.
Nel mondo delle reti locali si usa un gergo particolare, che a prima vista crea sconcerto e fa sembrare tutto terribilmente complicato. In realtà la realizzazione di una LAN è molto semplice, e può richiedere impegno aggiuntivo e conoscenze specialistiche soltanto in casi particolari e fortunatamente molto rari, come l'interconnessione tra edifici.
La variante dello standard Ethernet di gran lunga più comune si chiama "100BaseT" o "Fast Ethernet", per distinguerla da standard precedenti più lenti. Dal punto di vista pratico, per costruire una rete locale Fast Ethernet bisogna portare ad ogni computer un cavo particolare, chiamato Utp Cat. 5 (o più brevemente Utp). La sigla sta per Unshielded Twisted Pair Cathegory 5, che è di gran lunga il tipo di cavo Ethernet più economico e facilmente reperibile. Si può acquistare sia in matasse da 300 metri, sia sotto forma di spezzoni con lunghezza compresa tra 0,5 e 20 metri già terminati ad entrambe le estremità con un apposito connettore detto "Plug RJ45" (o semplicemente Plug), fatto per innestarsi nel particolare connettore sulla scheda di rete del computer. Un cavo Ethernet Utp terminato ad entrambe le estremità con i plug prende il nome di "Patch Chord" (o semplicemente Patch). Ogni cavo Utp contiene otto conduttori elettrici attorcigliati a coppie tra loro secondo un passo (cioè numero di giri per metro) ben preciso e diverso per ogni coppia. Per questo motivo ognuna delle quattro coppie che formano il cavo ha un colore diverso, che secondo lo standard può essere arancione, verde, marrone e blu. Il filo positivo di ogni coppia è colorato, mentre quello negativo è bianco o striato con lo stesso colore del filo positivo. Anche la sequenza con cui i conduttori sono attestati sui plug segue uno standard ben preciso, chiamato EIA/TIA 568B. A prima vista è illogico ma ormai, essendo entrato nell'uso, dev'essere seguito scrupolosamente.
Esistono due tipi di cavo Utp: quello flessibile e quello rigido. Sono elettricamente identici, quindi la scelta dipende solo da banali considerazioni pratiche. Il cavo flessibile ha i conduttori realizzati con trefoli di rame, quindi entra meglio nei plug e non rischia di spezzarsi se viene piegato ripetutamente; perciò è la scelta migliore per realizzare i cavi patch. Il cavo rigido ha i conduttori di rame pieno, che entrano meglio nelle prese a muro e da pannello, e resiste meglio alla trazione. Si usa quasi esclusivamente per la posa fissa all'interno delle canaline murali. Nel compiere quest'operazione è importante ricordare la regola numero 1 dei cavi di rete: non sono ammesse giunte. Il segnale Ethernet è infatti a radiofrequenza, e le giunte possono compromettere la sua integrità. Una rete locale con giunte sui cavi può provocare errori di trasmissione intermittenti che si manifestano sotto forma di blocchi e messaggi d'errore durante il trasferimento dei dati.
Secondo le norme la lunghezza massima di un tratto di cavo Utp posato in modo fisso è di 95 metri; per distanze maggiori si usano altri tipi di cavo, ad esempio quello in fibra ottica. Negli edifici è vietato far passare il cavo della rete locale assieme ai cavi dell'impianto elettrico, perché la corrente a 230V può influenzare i segnali della rete locale causando problemi di funzionamento o persino di sicurezza. Il cavo di rete può essere steso senza problemi accanto ai cavi dell'antenna TV o dei telefoni.

Il cuore della rete

Se i computer da collegare in rete sono solo due, il lavoro è molto facile: basta stendere un solo cavo che collega tra di loro le schede di rete. Le cose si complicano quando si devono interconnettere più di due computer, perché un solo tratto di cavo non basta più. In ogni rete locale con più di due computer bisogna impiegare un apposito "centralino di smistamento", che prende il nome di Hub oppure di Switch. I cavi della rete locale collegano quindi ciascun computer con l'hub, che rappresenta il cuore del sistema; questa soluzione tecnica prende il nome di cablaggio a stella.
L'hub è una scatoletta dotata di prese RJ45 per i plug dei cavi che vanno ai computer, chiamate "porte". Una delle prese può essere diversa dalle altre perché marchiata con il nome "uplink" o col simbolo di una X: significa che si può usare solo per connettersi ad un altro hub o switch, e non va usata per collegarsi ad un computer. In alcuni modelli esiste un piccolo interruttore che trasforma una porta normale in porta uplink.
La differenza fondamentale tra hub e switch è che il primo non cerca d'interpretare il flusso di dati che scorre nella rete locale: è solo un amplificatore che inoltra i dati ricevuti da ciascuna porta a tutte le altre. Lo switch è invece un vero e proprio calcolatore in miniatura, con microprocessore interno che regola e analizza il flusso dei dati. Ciò migliora la velocità di scambio dei dati, ma aumenta enormemente il costo. Gli hub si distinguono a loro volta in attivi e passivi: nel primo caso il segnale ricevuto viene tramutato in forma digitale, ripulito dagli eventuali errori e ritrasmesso; nel secondo caso viene fatta una semplice amplificazione analogica. Gli hub passivi costano anche meno di 100.000 lire, ma si possono usare solo quando i cavi non superano la ventina di metri di lunghezza.
Un cavo che collega direttamente due computer senza usare hub o switch va costruito in modo speciale. Si chiama infatti "cavo incrociato", perché i collegamenti elettrici del plug ad un'estremità devono essere speculari rispetto a quelli del plug all'estremità opposta. Poiché i cavi incrociati preassemblati sono difficili da reperire ed anche piuttosto costosi, può essere economicamente conveniente usare un hub e due cavi standard.

Compatibilità

E' importante sapere che i cavi e le prese Fast Ethernet lavorano alla velocità di 100 megabit e sono contraddistinte dalla sigla Cat.5, mentre cavi e prese non marchiati (o marchiati Cat.3) seguono lo standard Ethernet originario che lavora alla velocità di 10 megabit, però hanno all'incirca lo stesso costo. Anche le schede di rete per PC compatibili sono ormai sempre bistandard (Ethernet e Fast Ethernet), mentre la differenza di prezzo tra Ethernet e Fast Ethernet è notevolissima nel caso di hub e switch. Di conseguenza conviene sfruttare la compatibilità fra i due standard e usare sempre cavi e prese marchiate Cat.5, mentre per l'hub può decidere di risparmiare e scegliere un economico modello a 10 megabit, che resta compatibile con qualsiasi scheda di rete bistandard contraddistinta dalla sigla 10/100. Chi vuol collegare in rete il proprio Amiga usando hub o switch Fast Ethernet deve però prestare attenzione nella scelta. I normali hub 10/100, appena sono collegati ad un PC compatibile equipaggiato con scheda di rete bistandard, attivano automaticamente il funzionamento Fast Ethernet. Però tutte le schede Ethernet per bus Zorro 2 e la maggior parte di quelle per lo slot PCMCIA di A1200 riconoscono solo lo standard Ethernet, quindi non riescono a comunicare con l'hub: la rete non funziona. Si rimedia a questo problema solo acquistando un hub o switch che oltre ad essere bistandard 10/100 contiene un ponte ("bridge") tra la sezione Ethernet e quella Fast Ethernet, in modo che possano comunicare tra loro. A seconda dei modelli questo "convertitore di standard" può essere attivo su una sola o su più porte, quindi è importante leggere il manuale d'istruzioni.

Vecchi standard

Nelle fiere Amiga e sul mercato dell'usato è facile trovare schede di rete che seguono standard di collegamento superati, ma che possono essere ancora utili.
Se la scheda ha un connettore coassiale con innesto a baionetta di tipo BNC (cioè vagamente somigliante ad una presa per antenna TV) potrebbe essere di tipo Arcnet (che è un sistema usato in pratica solo su Amiga) oppure Ethernet di vecchio tipo. La precedente versione dello standard Ethernet usava infatti un cavo coassiale marchiato RG58 per collegare in cascata i computer, senza impiego di hub o switch. Per collegarsi ai computer moderni esistono due possibilità: cercare nell'usato altre schede Ethernet obsolete che montano il connettore BNC (per installarle in ogni computer della rete), oppure convertire il connettore BNC della scheda Ethernet Amiga in una moderna presa RJ45 servendosi dell'apposito adattatore. La soluzione tecnicamente migliore è il convertitore, che tuttavia risulta abbastanza costoso e reperibile solo presso distributori nazionali specializzati come BlackBox e Misco. Si può tuttavia risparmiare almeno un centinaio di migliaia di lire acquistando un hub con convertitore interno, dove una delle porte ha il connettore coassiale e quindi si collega direttamente alla scheda di rete Amiga.
Chi ha budget limitati deve scegliere la strada delle schede usate, prestando però attenzione ad alcuni ostacoli:

  1. Se il computer da mettere in rete con Amiga è un PC, le uniche schede di rete con connettore BNC pienamente supportate da Linux e dalle ultime versioni di Windows sono quelle compatibili a livello di registri con il modello NE2000 oppure con i prodotti 3Com. La grande maggioranza delle schede di rete a 16 bit sono conformi a NE2000, ma non tutte. Il dischetto dei driver non serve, perché Windows e Linux riconoscono e usano la scheda automaticamente.
  2. Il PC deve avere uno slot a 16 bit in cui inserire la scheda di rete vecchia. Quasi nessuno dei PC compatibili costruiti quest'anno ha slot a 16 bit.
  3. Con la scheda di rete si deve ricevere lo sdoppiatore (chiamato "adattatore a T") che ricava dall'unico connettore le due prese BNC necessarie al collegamento del cavo di entrata e di quello di uscita della rete locale. I due connettori sono teoricamente identici dal punto di vista elettrico. Sul primo e sull'ultimo computer è necessario innestare sul connettore di uscita dell'adattatore a T un apposito terminatore marchiato "50 ohm". Sdoppiatori e terminatori devono essere installati anche quando si usa un hub con convertitore interno.
Le reti locali con cavo coassiale RJ58 sono state completamente e velocemente abbandonate a causa della loro inaffidabilità, poiché i connettori sono molto fragili e difficili da collegare, mentre il cavo si può schiacciare alterando le proprietà elettriche.

Costruiamo la rete locale passo per passo

  1. Procurarsi le schede di rete per ciascun computer da collegare. Se la scheda Amiga ha il connettore BNC e/o quello a 15 poli (chiamato AUI), consigliamo caldamente l'uso di un adattatore esterno per ricavare la presa RJ45 moderna. A volte questi adattatori vengono chiamati "transceiver"; è possibile risparmiare acquistando un hub con adattatore interno. Sono in vendita presso i distributori specializzati come Misco e BlackBox.
  2. Acquistare un cavo patch preassemblato e della giusta lunghezza per ciascuno dei computer da collegare. Chi ha poca esperienza non dovrebbe tentare di costruire da solo i cavi, per due motivi: le prime volte è molto facile sbagliare l'ordine di collegamento dei conduttori, e la pinza crimpatrice per innestare i plug all'estremità del cavo non è così facile da usare come sembra (se non si sta attenti i contatti sono incerti e la rete locale funziona a intermittenza).
  3. Scegliere l'hub di rete, possibilmente di tipo Ethernet convenzionale a 10 megabit. Amiga non si avvantaggia delle possibilità dei modelli 10/100 Fast Ethernet, ma chi preferisce scegliere questo standard deve prestare attenzione alla presenza del bridge interno, come spiegato nell'articolo.
  4. Collegare ogni scheda di rete all'hub usando un cavo patch.
  5. Accendere i computer e installare prima i driver delle schede di rete, poi il protocollo TCP/IP per attivare lo scambio dei dati. Nei PC con Windows una procedura automatica installa driver e protocollo insieme.
Paolo Canali

Genesis
di Alessandro Gerelli

Lo stack TCP/IP che ci apprestiamo a recensire (ovvero il "super" programma che una volta eseguito permette ad altri programmi di comunicare con server su Internet o all'interno della nostra rete locale, LAN) è diventato parte integrante del sistema operativo a partire dalla recentissima release 3.9 di AmigaOS.

Nonostante AmigaOS 3.9 sia un prodotto giovane, Genesis ha alle spalle quasi un decennio di storia; infatti il nome originale di tale prodotto è AmiTCP.
Nato agli inizi degli anni 90 per permettere anche ad Amiga di collegarsi ad una rete locale o a Internet (cosa che all'epoca solo pochi temerari "pionieri" avevano il "coraggio" di affrontare), discende dallo stack utilizzato sui sistemi Unix BSD, sinonimo di affidabilità e sicurezza nel tempo. Le varie versioni di AmiTCP che si susseguirono furono rilasciate come freeware fino alla versione 3.x, quando poi fu acquistato dalla Network Solution Development per migliorarlo e renderlo prodotto commerciale; su Aminet è presente infatti una versione dimostrativa (la 4.0), perfettamente funzionante, con qualche limite riguardo alla velocità (che si sente maggiormente con l'utilizzo di schede di rete, quasi nullo invece se si utilizza il modem) e la presenza dei soli protocolli slip e cslip.
Configurare queste versioni di AmiTCP era veramente un' impresa, soprattutto per chi era, giustamente, a digiuno di reti e Unix; la configurazione, infatti, era possibile solo editando una serie di script e di file di testo, cosa che rendeva la vita facile a chi già utilizzava Unix (molti file presenti tutt'ora nella directory db di AmiTCP/Genesis sono presenti e con i medesimi significati di quanto si trova nella directory /etc dei sistemi Unix) mentre era un'odissea per tutti gli altri.
A causa di queste difficoltà e al fatto che per collegarsi ai provider Internet era necessario utilizzare un ppp.device shareware, si affermò negli anni un altro prodotto che tutti noi conosciamo, Miami. Quando lo sviluppo di AmiTCP passò nelle mani di Active Technologies, il prodotto cambiò nome in Genesis e, mantenendo lo stesso kernel della versione 4.3 di AmiTCP, fu dotato di una comoda interfaccia grafica per la configurazione e di un wizard per una connessione guidata ad Internet o alla LAN.

Installazione e uso

L'installazione del prodotto è come sempre molto semplice, grazie all'installer di sistema; verrà creata una cartella Internet sul disco di sistema (SYS:) al cui interno si troverà Genesis.
Come prima cosa, se non abbiamo già dimestichezza con l'uso di terminologia informatica, è indispensabile eseguire il programma GenesisWizard che ci guiderà nella configurazione del nostro modem (come mostrato nelle immagini) o della scheda di rete; una volta concluso questo processo, sarà necessario eseguire GenesisPrefs che importerà automaticamente le impostazioni generate dal programma precedente. Da questo momento in poi saremo in grado di collegarci ad Internet o abilitare la scheda di rete con la sola esecuzione del terzo programma fornito, Genesis.
L'esecuzione di tale programma abiliterà i vari protocolli di rete, metterà in esecuzione il kernel AmiTCP (in versione 68020 se si possiede un tale processore o superiore), e renderà disponibile a tutto il sistema il substrato software necessario per gestire connessioni in TCP/IP; a video sarà mostrata una finestra in cui compariranno le varie interfacce definite nelle preferenze, il loro stato (se online o offline) e il tempo trascorso online.
Un concetto fondamentale per comprendere il significato di questa finestra è conoscere il significato di interfaccia (che tra l'altro è il primo menù delle preferenze di Genesis); ogni computer collegato ad una rete TCP/IP (che sia Internet o una rete locale non ha importanza) deve avere un indirizzo IP unico ed univoco per poter comunicare con gli altri PC: l'indirizzo IP è nella forma aaa.bbb.ccc.ddd, con i quattro campi che possono variare da 1 a 255 (con alcune limitazioni, a seconda di come viene suddivisa una rete). In realtà non è Amiga ad avere un indirizzo IP, quanto una sua interfaccia; questa può essere la porta seriale a cui è collegato il modem, la scheda Ethernet, una seconda scheda seriale o scheda di rete, e eventuali schede virtuali per mettere in rete Amiga con il Mac emulato da ShapeShifter o Fusion; in questo modo risulta facile capire sia il pannello di controllo di Genesis quanto le sue preferenze alla voce "Interfaces": ad un solo Amiga possono essere associati più indirizzi IP appartenenti a reti diverse, gestibili indipendentemente gli uni dagli altri (per esempio, si può mettere online la connessione con il provider e mettere offline la scheda di rete senza alcun problema: grazie a questa caratteristica ed ad alcuni particolari settaggi che vedremo nella prossima puntata del dossier, sarà possibile far gestire ad AmiTCP tutte le nostre interfacce e indirizzare il traffico di rete su quelle disponibili).
Vediamo ora in dettaglio cosa ci offre GenesisPrefs. Come detto poco sopra, potremo definire le interfacce utilizzate (e tutti i loro parametri) e i modem collegati (se è stato utilizzato il wizard, tutto sarà già correttamente configurato).
Dalla voce "Users" potremo definire eventuali utenti che utilizzano il sistema e in "Group" i vari gruppi ad essi associati; questi sono utili nel caso volessimo installare servizi (programmi) sul nostro Amiga e fare in modo che vengano eseguiti con privilegi diversi da quello di default (tutto ciò è utile nel caso sia installato il MultiUser Filesystem sul nostro sistema, altrimenti questi dati hanno poca importanza).
Le altre voci, come quelle appena viste, sono di provenienza Unix (a parte le "Opzioni" che vedremo in seguito); alla voce "Hosts" potremo inserire indirizzi IP di computer a noi noti in modo tale da velocizzare la fase di ricerca del server richiesto (da un programma di posta, o da un browser, per esempio), "Protocols" contiene la definizione dei protocolli tcp,udp, ecc…, "Services" è un elenco di definizioni dei servizi disponibili, "Access" permette di definire liste di accesso al nostro sistema con possibilità di "loggare" ogni evento (intrusione), "Networks" è una lista di reti a noi note, "Rpc" è una lista di definizioni di servizi eseguibili da remoto. Tutte queste voci appena viste non vanno (solitamente) modificate se non si è assolutamente sicuri di ciò che si sta facendo; eventualmente si possono personalizzare "hosts","access" e "inetd". Quest'ultimo è quello che viene chiamato il "super server", in quanto quasi tutti gli eventuali servizi che possiamo installare sulla nostra macchina passeranno tramite di esso; in questo elenco infatti troveremo (o potremo inserire) voci a cui sono associati programmi da eseguire se veniamo contattati su una determinata "porta" TCP (per esempio, un accesso sulla porta 80 equivale a un accesso al demone httpd, ovvero il servizio che invia le pagine web al client che ne faccia richiesta): in questo caso saremo noi a fare da server a qualcuno (client) che ci contatta dalla rete locale o da Internet (quando collegati…).
Alla voce "Options" invece troviamo tutto ciò che riguarda il programma Genesis; da qui potremo configurare se aprire o meno la finestra di controllo, la modalità di debug (verso un file di testo oppure una finestra separata se indichiamo "CON:" come logfile), l'esecuzione dell'inetd, la configurazione dell'interfaccia loopback (chiamata lo0, che ci permette di testare in locale eventuali servizi, dato che viene attivata un'interfaccia virtuale con indirizzo 127.0.0.1) e del TCP: handler (grazie a questo, potremo gestire le comunicazioni su rete TCP negli script come se fossero dei comuni device; l'utilizzo è TCP:host/porta).
Proseguendo, troviamo la possibilità di eseguire comandi all'avvio e allo stop dello stack TCP, e un menù avanzato per debug dei dispositivi SANAII (driver scheda di rete, per esempio) e l'impostazione della memoria utilizzata dallo stack.

Conclusioni

Il programma è veramente semplice da configurare (sia tramite wizard la prima volta, sia tramite i menù di GenesisPrefs) e, per accontentare il collega Favrin, oserei dire che è semplice quasi quanto Miami, senza il quale probabilmente in molti avrebbero abbandonato l'avventura di collegarsi ad Internet con Amiga.
Con Genesis, AmiTCP mantiene le proprie caratteristiche di robustezza e affidabilità, ma grazie all'interfaccia grafica è diventato un po' più umano; non diciamo che anche un bambino sarebbe in grado di utilizzarlo, ma quasi: come in ogni cosa, infatti, è evidente che dobbiamo sapere con cosa abbiamo a che fare (se vogliamo cambiare i parametri di default generati dal wizard) ma una volta entrati nell'ottica, cambiare una configurazione di rete sarà come bere un bicchiere d'acqua.

Miami e Miami Deluxe
di Gabriele Favrin

Gli stack TCP/IP creati da Holger Kruse sono caratterizzati da un'estrema semplicità d'uso, anche per quanto riguarda funzionalità avanzate che su altri sistemi vengono proposte come costosi prodotti esterni, e spesso richiedono conoscenze non indifferenti per essere utilizzati al meglio.

Miami debutta alla fine del 1996 con lo scopo di risolvere i problemi dei molti utenti Amiga, attratti da Internet ma disorientati dalla complessità di AmiTCP, uno stack TCP/IP valido ma difficile da configurare e che per essere utilizzato con i provider più diffusi doveva appoggiarsi a componenti esterni, come il "ppp.device" dello stesso Kruse.
Teso a semplificare il collegamento a Internet, Miami non è particolarmente indicato per l'utilizzo in ambiti differenti. Il programma, infatti, supporta una sola connessione alla volta, che avvenga via modem o tramite scheda di rete. In più le prestazioni nei trasferimenti Ethernet, normalmente nell'ordine di centinaia di kilobyte al secondo, sono nettamente inferiori rispetto a quanto ottenibile con AmiTCP. Le cose non migliorano se al posto dei normali driver SANA-II, lo standard Commodore per lo gestione delle schede di rete, si utilizzano i driver basati su MNI (Miami Network Interface), un nuovo standard progettato da Kruse contestualmente a Miami.
Tale standard doveva offrire maggiore compatibilità e velocità rispetto a SANA-II. In realtà, come evidenziato anche dall'autore del "cnet.device" (un device che consente ai possessori di A1200 l'uso delle economiche schede di rete PCMCIA per portatili), vari limiti di implementazione non permettono di ottenere i risultati sperati. I driver compatibili MNI, comunque, hanno l'innegabile vantaggio di fornire informazioni circa i chipset supportati e le relative funzionalità, caratteristica, questa, indubbiamente utile in fase di configurazione.
Le cose cambiano con Miami Deluxe, una versione evoluta e migliorata di Miami, distribuita nell'aprile del 2000 dopo un lungo periodo di gestazione (le prime beta pubbliche, a pagamento, risalivano al settembre 1999). Il nuovo stack TCP/IP, espressamente destinato agli utenti più avanzati, introduce il supporto per interfacce multiple, rendendo quindi possibile utilizzare contemporaneamente schede di rete, modem e altri device, come VirtualLink, un driver SANA-II virtuale che consente di realizzare una rete locale all'interno del proprio computer fra Amiga ed il Mac emulato da ShapeShifter o Fusion.
E' utile soffermarsi sulle interfacce in quanto rappresentano il cuore di Miami Deluxe. Molte delle opzioni presenti in Miami nel Deluxe sono associate alle interfacce create dall'utente e di altre, come il tipo di hardware su cui si basa l'interfaccia o l'eventuale script di chiamata, cioè il cosiddetto "dialer", è possibile creare più istanze utilizzabili da una o più interfacce. In poche parole ciò significa che con Miami Deluxe si possono realizzare interfacce totalmente indipendenti le une dalle altre, anche per quanto riguarda appunto l'hardware, le modalità di connessione, la login di accesso, ecc. Sarà così possibile anche creare più interfacce di tipo modem, ognuna con le proprie caratteristiche, da utilizzare con i diversi provider cui l'utente è abbonato. Un esempio di quanto detto è presente nella foto in queste pagine, in cui sono visibili interfacce per la rete locale, per un modem ADSL e per la connessione a diversi provider, effettuabile con un semplice "clic" sul bottone "online", senza bisogno di caricare o modificare ulteriormente le impostazioni del programma.
Parlando di prestazioni bisogna dire che Miami Deluxe eredita sia i pregi che i difetti del fratello minore. Se la configurazione è ancora questione di pochi clic, anche per le funzionalità più avanzate, restano invece invariati i problemi di velocità.
Inoltre come Miami, che almeno aveva il pretesto di essere destinato ad utenti inesperti, anche Miami Deluxe può essere gestito quasi esclusivamente tramite interfaccia grafica ed i file di configurazione sono in formato "IFF", quindi non leggibili o modificabili dall'esterno. Questo, oltre ad impedire la configurazione remota del sistema (ad esempio tramite Telnet da un altro terminale nella LAN), complica lo scambio di impostazioni fra utenti, un'attività utile ai principianti così come ai più esperti. Naturalmente è possibile inviare a qualcuno l'intero proprio file di configurazione, avendo cura di rimuovere eventuali password e tenendo presente che il destinatario dovrà disattivare la rete locale e scollegarsi da Internet prima di poter visualizzare le nostre impostazioni.
A fronte di questi problemi, Miami Deluxe dispone di caratteristiche che, come avviene anche per Miami, lo rendono un prodotto decisamente interessante, se non irrinunciabile, per il pubblico cui è rivolto. Se Miami, fra le altre, offre una libreria per effettuare connessioni crittate (a oggi utilizzata da tutti i browser Amiga per i collegamenti sicuri "HTTPS"), Miami Deluxe vanta funzionalità quali un firewall interno e la condivisione della connessione Internet fra più sistemi tramite server Socks e IP-Masquerading (IP-NAT).
Un server Socks è una sorta di proxy utilizzabile dalle applicazioni presenti sui diversi sistemi di una rete. Per fare un esempio, un browser su PC può accedere al web collegandosi al server Socks su Amiga ed inviando ad esso le richieste da "far uscire" sulla Rete. Tale soluzione, pur se efficiente, è limitata ai soli client compatibili con i Socks. Inoltre l'uso dei Socks non permette di fruire di tutti i servizi. Sono esclusi, ad esempio, molti protocolli di streaming audio/video, funzioni come il "DCC CHAT" su IRC ed anche tool come ping o traceroute.
In alternativa Miami Deluxe offre un'implementazione del cosiddetto IP-NAT (IP Network Address Translation). Tale funzionalità fa sì che lo stack TCP/IP veicoli in maniera trasparente le richieste ricevute dalle interfacce locali verso l'interfaccia che in quel momento gestisce la connessione ad Internet e viceversa.
Un esempio può chiarire meglio il concetto. Windows Media Player su un sistema in LAN tenta di collegarsi ad un sito che offre uno stream audio/video. La richiesta arriva a Miami Deluxe con l'indirizzo IP assegnato all'interfaccia relativa alla scheda di rete, ad esempio 192.168.1.2. Miami Deluxe sostituisce tale indirizzo con quello dell'interfaccia che in quel momento gestisce la connessione ad Internet (normalmente l'IP dinamico assegnato dal provider), "marca" il pacchetto e lo inoltra sulla Rete. Quando il server remoto risponde, rivolgendosi all'IP Internet dell'utente, Miami Deluxe riconosce dalla marcatura che il pacchetto è destinato al sistema collegato tramite rete locale, modifica l'IP di destinazione (in questo caso rimettendo 192.168.1.2) ed instrada i dati verso l'apposita interfaccia. Operando in questo modo il software sui sistemi connessi in LAN è convinto di dialogare direttamente con il mondo esterno quando, invece, il traffico viene veicolato da Amiga.
Come evidente, le potenzialità di Miami Deluxe vanno ben oltre quanto offerto dal semplice Miami e dallo stesso AmiTCP/Genesis, permettendo un utilizzo anche impegnativo del proprio Amiga nell'ambito di una rete locale, magari connessa ad Internet. Anche per questo quasi non stupisce la presenza di un firewall, ossia un sistema di protezione da attacchi esterni efficace in particolare contro i cosiddetti "nuke", tentativi di sfruttare falle degli stack TCP/IP per causarne il blocco.

Conclusioni

Non contento di aver reso disponibili funzioni totalmente inedite per Amiga, e quelle presentate sono solo alcune, Holger Kruse ha incluso nella dotazione di Miami Deluxe una suite di tool utili agli amministratori di una LAN e ai navigatori più esperti. Troviamo così, oltre ai normali traceroute e ping, un potente client FTP testuale, programmi per la gestione avanzata di firewall ed IP-NAT e un'accoppiata client/server Telnet compatibili anche con le modalità "secure shell" e "rlogin".
Questo è tutto per quanto riguarda Miami e Miami Deluxe, due programmi diversi per finalità ma simili sia nei pregi che nei difetti. In particolare, in una rete ove Amiga debba fare da server, la scelta di Miami Deluxe è più che consigliata, anche nell'ottica dell'eventuale utilizzo di sistemi di connessione a banda larga (xDSL e cable modem), a oggi supportati esclusivamente dallo stack di punta di Holger Kruse.

Scheda prodotto

Miami e Miami Deluxe
Produttore: Nordic Global
Sito web: http://www.nordicglobal.com
Distribuzione: Shareware
Prezzo: 35$ per Miami, 60$ per Miami e Miami Deluxe

Nel prossimo numero

Non perdere il prossimo numero di Amiga Life, con la seconda e ultima parte del dossier:

  • Configuriamo Genesis e Miami per una rete locale con schede Ethernet!
  • Le schede di rete per Amiga in prova!
  • Creiamo una LAN tra Amiga e Windows!
  • Usiamo il PC (e l'Amiga) come gateway Internet!
  • La condivisione di file e stampanti tra Amiga e PC!
  • Le migliori utilità di rete per Amiga!

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